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Francesco Canino

La grande abbuffata dolciaria sta per cominciare. Anche Rai Due cavalca l’onda del successo dei programmi dedicati a bakery, torte e simili e affida a Caterina Balivo un nuovo talent, un format francese di grande successo, realizzato in collaborazione con Toro produzioni. Si intitola Il più grande pasticcere e andrà in onda da martedì 25 novembre i(ore 21 e 10): a giudicare i dieci concorrenti – tutti giovani professionisti già affermati nel campo della pasticceria – saranno tre grandi maestri pasticceri del calibro di Luigi Biasetto, Leonardo Di Carlo e Roberto Rinaldini (in esterna ci sarà anche Iginio Massari). La sfida per aggiudicarsi il titolo di “miglior professionista del dolce”, sta per cominciare.

Caterina, Il più grande pasticcere segna il tuo ritorno in prima serata dopo qualche anno d’assenza (e vicissitudini professionali varie). Contenta?

Molto. Torno in prime time con un linguaggio completamente nuovo per me, imparando una cosa in più e di questo sono davvero contenta. Non ho mai fatto un talent e in più ho scoperto il piacere di mangiare un buon dolce.

Ma ti è mancata in questi anni la prima serata?

No. Mi mancava il rapporto con il pubblico, cosa che con Detto Fatto ho ritrovato da subito. Mi mancava il contatto umano con i telespettatori: la prima serata per me è un di più che vivo come un onore. Ovviamente la faccio con la voglia e la passione che metto sempre in ogni cosa che faccio.

Dopo la gravidanza professionalmente per te è stato come ricominciare da capo?

Ho ricominciato da zero come linguaggio televisivo, come tipo di lavoro e anche a livello personale, perché lavorare con un figlio non è facile. Ogni mattina è una tragedia perché Guido Alberto non vuole andare all’asilo. È stato un ritorno in tivù 2.0 (dice ridendo).

Detto Fatto ti sta dando grandi soddisfazioni in queste settimane, visto che viaggia quasi sempre intorno all’8% di share.

Sono molto contenta del programma. Ho capito che la nuova tivù è molto faticosa: Detto Fatto è un programma molto faticoso, Il più grande pasticcere ancora di più. Lo dico apertamente a tutte le nuove leve: carissimi, è finita la pacchia della tivù seduta dove si parla, si sta in posa e viene qualcuno che ti mette la cipria. Scordatevi tutto questo. Bisogna diventare conduttori più pratici, imparare a fare tutto ed essere dinamici.

Hai scritto sul tuo blog che realizzare Il più grande pasticcere è stato parecchio impegnativo.

È stata un’esperienza molto intensa, con gli operatori che hanno lavorato anche dieci ore di seguito. Seguire l’alta pasticceria è tosta. Durante la realizzazione dei dolci noi aspettavamo, guardavamo e mangiavamo (ride). Infatti ho messo su qualche chilo, anche se poi ho smaltito a forza di petto di pollo e insalata.

Dopo il tutorial, il talent. Che esperienza è stata?

Resterà per sempre un ricordo pazzesco questo programma. È un mondo televisivo che non avevo mai visto, nemmeno in MasterChef America, è qualcosa che a livello sia registico che fotografico non si è ancora visto. Non è solo un programma di cucina, è qualcosa di completamente nuovo: l’unica cosa vecchia sono io (dice ridendo).

Domanda marzulliana: se fossi un dolce, che dolce saresti?

Un tiramisù.

Dopo questo programma sarai diventata bravissima nel preparare i dolci.

Dopo questo programma non farò mai più un dolce, eccetto la crostata al limone che forse è l’unico che mi viene un po’ bene. Comprerò solo ed esclusivamente in pasticceria e non mi lamenterò dei prezzi perché ho visto che lavoro enorme c’è dietro la realizzazione anche del più piccolo dolcetto.

In conferenza stampa è stato mostrato un piccolo estratto della prima puntata e i tre giudici sono sembrati piuttosto cattivelli. Sarà così?

I giudici sono cattivissimi e i concorrenti sono stati dei pazzi a cimentarsi in una sfida del genere: ma del resto la pasticceria è un’arte difficilissima. Sono cattivi ma li hanno aiutato moltissimo.

C’è un tratto comune con I dolci dopo il tiggì di Antonella Clerici o con Bake Off Italia?

Sono programmi molto diversi: qui i protagonisti sono dei giovani pasticceri professionisti. Il tratto comune sono i dolci. Vale come risposta?

Sei diventata diplomatica?

Assolutamente no.

Ma hai guardato Clerici o Parodi per poter fare un raffronto?

Un conduttore ha il dovere di guardare cosa succede: ho visto tutto, anche MasterChef Usa e Junior. Fa parte del mio lavoro. Non mi sono appassionato a nessuno solo perché non ne ho avuto il tempo. Non posso fisicamente guardare live e dunque recupero molto su internet.

Non c’è un po’ un “rischio insulina” con tutti questi dolci in tivù?

Con Il più grande pasticcere, non ci sarà quell’effetto.

Qual è il tuo prossimo obiettivo lavorativo?

Essere una conduttrice moderna (ride).

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