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8 Marzo, le donne in lotta: le foto storiche

La giornata della donna tra battaglie, delusioni e grandi traguardi. Dai primi passi a oggi, la lunga strada per la parità dei diritti e l’emancipazione
di Leda Balzarotti e Barbara Miccolupi

Non Una di Meno

«L’8 marzo è la Giornata in cui la donna chiama a raccolta tutte le lavoratrici sfruttate, e oppresse affinché si schierino nella lotta in modo da strappare ai governi leggi di giustizia e provvidenze sociali». È il testo di un volantino degli anni 50 che invitava le donne italiane a rivendicare i propri diritti celebrando la giornata della donna, un invito rilanciato quest’anno dal movimento Non Una di Meno, che chiama le donne italiane a partecipare all’8 marzo più combattivo degli ultimi decenni, protagoniste di uno sciopero globale che unirà idealmente le donne di oltre 40 Paesi

Olycom
Le origini

Le origini

L’origine di questa celebrazione si perde tra molte leggende, la più ricorrente è senza dubbio quella che fa risalire la festa dell’8 marzo alla commemorazione delle oltre cento operaie morte l’11 marzo del 1911 nel rogo dell’edificio newyorchese in cui lavoravano in condizioni terribili. Di certo c’è che nel primo decennio del ‘900 in Europa, Stati Uniti e Russia inizia a esser celebrata in giorni e mesi diversi la «festa della donna». Mentre in Italia la ricorrenza prende piede prima timidamente negli anni ’20, solo tra le operaie delle grandi fabbriche, eclissandosi nella clandestinità durante gli anni bui del fascismo, per affermarsi definitivamente dopo la liberazione, quando l’8 marzo del 1946 viene celebrata per la prima volta la giornata della donna. Saranno le tre deputate della Costituente Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei a introdurre la consuetudine di regalare mimose l’8 marzo, il fiore che diventerà il simbolo della festa tutta al femminile. Nella foto giovani donne in manifestazione negli anni ’80

Archivio Rcs/Borsotti
Lo sciopero

Lo sciopero

Mentre nel mondo anglosassone, nei primi anni del ‘900, le battaglie per rivendicare i diritti delle donne andavano strutturandosi e radicandosi sempre più nella società, in Italia le conquiste delle prime tutele nel lavoro, per la salute, la maternità e l’assistenza sono opera di coraggiose paladine. Tra loro Ersilia Majno Bronzini, una delle più attive protagoniste del movimento emancipazionista, presidente e anima dell’Unione femminile, Anna Kuliscioff, che nel 1902 promuove appoggiata dal Partito socialista la legge 242 a tutela del lavoro dei bambini e delle donne, Anna Maria Mozzoni e Maria Montessori, che nel 1906 sono le prime firmatarie di una mozione per il suffragio femminile presentata al Parlamento. Nella foto lo sciopero di alcune operaie della Lunigiana

Il voto

Il voto

Durante i due conflitti mondiali le donne si scoprono operaie, tranviere, ferroviere, postine, impiegate di banca e dell’amministrazione pubblica, rimuovendo almeno temporaneamente i canonici tabù e confini tra i ruoli maschili e femminili. Sono gli anni in cui le italiane si appropriano di una nuova identità, iniziando una vera e propria rivoluzione sociale che porterà non solo al traguardo del voto ma alla rivendicazione di nuovi diritti e spazi nella vita sociale e politica del Paese. Nell’Italia liberata, il nuovo corso nella storia dei diritti, viene sancito dalle migliaia di donne che si recano a votare in massa il 2 giugno 1946

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