Padre e figlio

Spiegare ai figli la finanza ne rivela gli aspetti più duri, scopre Massimo ne “I Diavoli” di Brera

I Diavoli

Tratto da “Tratto da “I Diavoli” di Guido Brera”

Il racconto di una giornata in barca di Massimo De Ruggero, uno dei protagonisti del libro, con il figlio: una scena di caccia subacquea dalla fine imprevista e poi un difficile dialogo su come funziona la finanza e gli effetti che può provocare sulle persone. Il tutto ne I diavoli, romanzo di Guido Brera, cofondatore di Kairos, la più importante società di gestione del risparmio in Italia.

***

…cinque… sei… sette…

Massimo  avverte una leggera pressione alle orecchie e compensa spingendo la lingua sul palato. Attraverso il vetro temperato della maschera, osserva il fondale sul quale si mischiano mille sfumature di verde, blu e marrone.

Assomiglia al soffitto d’una gigantesca grotta rovesciata. Come se sopra di lui, oltre la massa d’acqua, non ci fosse il cielo terso d’una giornata d’ottobre, bensì la volta di una caverna. Si sente come se avesse oltrepassato la superficie di un enorme specchio ritrovandosi in un universo capovolto.

Conosce a memoria la disposizione dei banchi di sabbia, le cadute ripide della parete rocciosa e le risalite fulminee. Dopo il fondale del promontorio, dove ha imparato a pescare, quella è la profondità marina che ama di più.

Era stato Siro a insegnargli la geografia sommersa che adesso gli si para davanti. In piedi sullo scafo del barcone, indicava con le mani tozze alcuni punti della distesa d’acqua. “Lì c’è la secca di Tramontana” diceva come se la vedesse. E invece tutt’intorno c’era soltanto mare. “Da quella parte lo strapiombo” continuava facendo un gesto verso Mezzogiorno. “Un attimo, e sei a meno cinquanta.”

…undici… dodici… tredici…

Una volta, Mario gli aveva detto che immergersi era l’unica possibilità per un uomo di volare. Andare sempre più giù era come librarsi in aria. Vincere la pressione per illudersi di sconfiggere la gravità.

“E poi c’è la stessa successione di colori: azzurro, blu, cobalto. Alla fine il buio, come in cielo” aveva aggiunto.

“E c’è sempre meno aria” gli rispondeva Massimo annuendo.

…quattordici… quindici… sedici…

In apnea, a circa venticinque metri, nascosto da un’imponente guglia di roccia, sta immobile dietro il bordo di quella stalattite capovolta, e aspetta. Con le mani stringe il fucile ad elastico e sonda il blu circostante. A una decina di metri oltre l’orlo roccioso ha notato la sagoma argentata d’una ricciola.

Si muove lenta e Massimo aspetta, contando mentalmente e sforzandosi di amministrare la riserva d’ossigeno. Non può far altro. Quel tipo di caccia riduce al minimo i margini d’azione del predatore, puntando tutto su un misto d’ingegno e pazienza.

Lo svantaggio del rapporto di forza l’ha sempre affascinato. Trova equo partire da una condizione d’inferiorità, perché l’uomo che pesca è fuori dal suo elemento, ha sospeso in via temporanea l’attività primaria della vita, e sfida creature nel loro habitat.

I duelli per Massimo erano quelli. Scontri impari, che lo vedevano sfavorito in principio: come quel trade che aveva finito per cambiargli la vita. Rovesciare lo stato di sfavore gli pareva l’unico buon motivo per giustificare la caccia.

No, non si trattava di una mattanza. Non aveva a che fare con la banalità di massacri su scala industriale.

…ventuno… ventidue… ventitré…

Il pesce è immobile. Massimo emette un suono gutturale con la gola, lasciando filtrare una piccola bolla d’aria dalle labbra. Altro ossigeno che si consuma. Ma non c’è molto da fare. Può soltanto provare a catturare l’attenzione del pesce, incuriosirlo affinché si avvicini concedendogli un buon angolo di tiro.

Per certi versi la tecnica “dell’aspetto” ricorda l’arte della seduzione.

Una seduzione omicida.

La ricciola sussulta, ruota la testa e con un colpo di coda si avvicina.

Massimo valuta la distanza e la posizione del pesce, che gli si offre frontale, concedendo una superficie minima per il colpo. E lui ha solo un colpo. Non può commettere errori.

Poi, un altro movimento. Ora la ricciola è più esposta.

…ventotto… ventinove… trenta…

Adesso.

Massimo  sta per sparare quando un’esitazione sconosciuta gli blocca la mano. Il dito sembra paralizzato.

Si rende conto di avercela fatta, che la preda è sua. E sa che ucciderla, a quel punto, non conta più. Non ha bisogno di un trofeo, perché l’applicazione corretta della tecnica porta già sé il senso stesso di vittoria.

O forse a fermarlo è una sensazione di pena che un tempo ignorava.

[..]

Abbassa il fucile, muove piano le pinne ed emerge dal nascondiglio. Quando l’animale percepisce la presenza minacciosa dell’intruso, schizza via nel blu.

Andato.

…trentatré… trentaquattro… trentacinque…

Solleva al testa per guardare la luce che dall’alto si riflette sulla superficie dell’acqua. Controlla i piombi disposti intorno alla vita, considerando l’equivalenza approssimativa tra il conteggio e i minuti che ha trascorso in apnea. Dovrebbero essere all’incirca due e mezzo. Quando era più giovane, in una condizione di perfetta forma fisica, in pieno allenamento, arrivare fino a meno trenta significava sfiorare i tre minuti. Una volta, però. Quando con Mario la sfida era sempre aperta.

[..]

Con un altro movimento delle gambe inizia la risalita, attento a decomprimere. Negli ultimi dieci metri quasi si ferma, aspettando che sia la spinta dal basso a sospingerlo in alto.

Al che emerge dall’acqua con gesti misurati. Si sente come uno di quei sommozzatori che compiono spericolate azioni di sabotaggio. Quindi solleva la maschera sulla fronte e si volta con le palpebre abbassate verso la morbida luce del sole. Ma la voce squillante di Roberto lo sta aspettando. «Allora, papà?»

Apre gli occhi, è a una trentina di metri da un isolotto disperso nell’azzurro. Si tratta di una piccola chiazza di terra, con un diametro di circa un centinaio di metri. Al centro si erge un austero faro in pietra. Tutt’intorno esplode un vorticoso gioco di colori, infinite gradazioni di verde e blu che corrispondono alle diverse profondità del mare. A Oriente, Montecristo domina l’orizzonte con la sua presenza enigmatica e leggendaria. Sulla destra è ormeggiato un gommone.

«Papà, che hai preso?»

Massimo cerca il figlio con lo sguardo.

Roberto è in piedi sull’isolotto, vicino a una piccola cala dove gli scogli sporgono a pelo d’acqua.

L’uomo fa un cenno con la mano mentre comincia a nuotare verso la rientranza. Quando raggiunge gli scogli, si gira su un lato e si sfila le pinne. Quindi si alza in piedi.

«Niente, Roby» dice con rammarico. «Non c’era niente.»

«Ma come?» Nella voce del ragazzo la delusione è evidente. «E stasera?»

«Mangeremo quello che hai preso tu.»

Roberto lancia uno sguardo dubbioso a una retina poggiata per terra accanto a una grande bottiglia d’acqua. Soppesa la consistenza del pescato: tre saraghi, due cefali e un’orata. Quindi sbuffa scuotendo la testa. «Paulo e gli altri mangiano un sacco…»

«Dovranno accontentarsi» ribatte Massimo con voce allegra, mentre pensa alla voracità del portoghese e della sua squadra.

«Vedrai che chiederanno ad Ada di cucinargli qualcosa.»

«Questo è sicuro.»

I due si avviano verso il faro e, giunti alla meta, il ragazzo corruga la fronte.  «Quant’è lontana l’Africa?» chiede.

«Eh, un bel po’» risponde il padre frizionandosi i capelli col palmo d’una mano. Piccole gocce schizzano tutt’intorno.

«E allora perché lo chiamano Scoglio d’Africa?»

Perché la geografia è relativa.

«È soltanto un’esagerazione. Visto che sta più a sud rispetto alle altre isole, l’hanno chiamato così.»

Rimangono in silenzio ad ammirare l’incanto di quella domenica  d’inizio ottobre. L’aria è limpida, il mare trasparente. L’isolotto sembra custodire un mistero antico.

Massimo alza la testa e osserva la sommità del faro: fissa il tiburio che custodisce l’antica lanterna grigia e pensa al tempo in cui quel lembo di terra era abitato sempre e soltanto da due persone che, ogni quattro mesi, lasciavano il posto a un’altra coppia. Gli sarebbe piaciuto essere uno dei guardiani del faro, perso nella notte marina, in una sospensione perenne dello spazio e del tempo.

Poggia l’attrezzatura per terra, apre la muta sul davanti e, da una fondina sul fianco, estrae un lungo coltello con una lama affilata e il bordo seghettato.

«Allora?»

Roberto fa un gesto affermativo col capo prima di prendere l’orata dalla retina. La passa al padre tenendola con entrambe le mani.

Massimo l’afferra dalle cavità sotto la testa, si piega e la dispone sulla superficie dello scoglio.

«Prima cosa?» domanda a Roberto che si è accovacciato a sua volta.

«Le pinne.»

Massimo  annuisce. «Quali?»

Gli occhi verdi di Roberto scompaiono per un istante dietro le palpebre. Poi indica il fianco dell’orata. «Queste.»

Con un gesto sicuro Massimo  rimuove le pinne laterali.

«Poi?»

«Le altre!»

L’uomo taglia la ventrale e la dorsale. «Adesso stai attento, perché qua è difficile.» Con la mano sinistra afferra il pesce qualche centimetro oltre la coda. Lo inclina e avvicina la lama per squamarlo.

«Papà…» mormora Roberto con una voce strana.

Massimo  si blocca.

«Che c’è?»

Roberto lo fissa, indeciso se proseguire.

«Dimmi» lo incoraggia lui.

«Quelli che abbiamo visto alla televisione, quelli che spaccavano tutto… dicevi che vivono male…»

Massimo sapeva che il figlio sarebbe tornato sull’argomento. Le risposte che gli aveva dato il giorno degli scontri a Parigi, evidentemente, non erano state sufficienti. Gli era dispiaciuto tagliare corto, ma l’amarezza l’aveva sommerso. Poco contava che le previsioni che aveva urlato a Derek tempo prima si fossero avverate. […]

«Ma vivono male come te quando stavamo a Londra?»

«No, Roby, peggio.» Sospira, posa il pesce e si rimette in piedi, iniziando a sfilarsi la muta. Poi riprende a parlare con voce bassa come se stesse raccontando una storia: «Vedi… per alcune persone, pagare un affitto, comprare delle cose, anche solo trovare un lavoro può essere molto complicato».

«E quindi sono arrabbiati.»

«Molto arrabbiati, sì. E quando stai così è difficile capire cos’è meglio per te.»

«Come quando vi arrabbiavate tu e la mamma?»

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35 Comments

  1. 1

    Una lettura confusa e caotica. Ma sopratutto che valore ha un libro che, come sostiene l’autore ha come il compito di rivelare il lato oscuro del mondo di finanza, se lo stesso l’autore e’ immerso in quel mondo? Qualche tampo fa ho analizzato bene il sito del Gruppo Kairos – Il suo gruppo di gestione dei soldi e tra i possibili modi di investimenti ho trovato anche quelli nel mercato alimentare! La speculazione sul cibo che 3 anni fa ha provocato la fame e le proteste in Africa. Le proteste che presto sono state sfruttate dall’ISIS! Come uno cosi, che non si tira indietro davanti a quel tipo di speculazioni diaboliche puo’ presentarsi come l’unico onesto di quel mondo malato della finanza. Guido Maria Brera non e’ ne di piu’, ne di meno ti tutti gli altri di quei circoli. Come lo attesta lo stesso blog di Caterina Balivo i principali partner di business di Brera sono a Dubai! Un’altra prova della sua immoralita’! Io quando ho saputo come li trattano i lavoratori di Bangladesh e gli ltri paesi poveri ho deciso che non ci andro’ mai! Non voglio contriubuire a quel sfruttamento! Lui non solo ci va, ma perfino collabora con loro! Caterina Balivo, Guido Maria Brera – se pensate che la confessione dal vostro amico prete di Aversa e la comunione (nel vostro caso illegale!) vi depuri di tutte queste porcherie, state sbagliando!
    SUL MERCATO ALIMENTARE NON SI SPECULA!. Una pagnotta di pane avendo un tot calorico riesce a sfamare sempre lo stesso numero di persone. Quando il suo prezzo cresce (per colpa delle voste speculazioni) qualcuno per forza deve morire di fame!
    NON SI FA BUSINESS A DUBAY! Anche se si tratta degli affari d’oro! E come se si facesse il business con i nazisti che sfruttavano la manodopera dei campi di concentramento. E’ la stessa cosa!

  2. 2

    Eh no adesso basta con sta storia dello sfruttamento! Punto primo per parlare di un posto bisogna esserci stati…non in vacanza ma a viverci…punto secondo ben venga lo sfruttamento se per sfruttamento si intende vivere fra il cemento con un badile in mano…ho detto in mano perché a lavorare sudando ne ho visti pochi…a dormire in camerate con un bagno solo ma almeno il bagno c’e’…ma almeno sotto controllo medico quando la controparte è una vita su una strada a fare carità e morire nei propri escrementi…in Bangladesh…chi è stato lo sa. Col salario che prendono a Dubai si fanno pure la villa a casa loro….quando io la villa in Italia non me la posso permettere….quando io in Italia spendevo tutto il mio salario in benzina e riparazioni dell’auto xche’ dovevo fare 200 km x andare al lavoro…lavoro precario e sottopagato…senza controllo sanitario, avevo il nichel nelle viscere…
    prima di parlare di casa d’ altri guardiamo in casa nostra….la maggior speculazione finanziaria della storia è stata la conversione lira/euro, in cui si è perso metà del potere di acquisto e i nostri gruzzoletti sono finiti tagliati della metà…chi conosce un posto al mondo in cui non esiste speculazione non esistono disparità sociali ed è tutto peace and love lo dica che mi ci fiondo!!!
    Buona Pasqua a tutti…speculatori e non!
    Ale

  3. 3

    Alessandra,
    La situazione dei lavoratori a Dubai e’ ben documentata. Informati! Chi guadagna in quel paese diventa il complice dei loro aguzzini! Le persone oneste non ne partecipano!

  4. 4
  5. 5

    ….un’ altra cosa deplorevole tua Veronika è che devi far passare sempre tutti come ignoranti e disonesti…mentre tu sei la tuttologa salvatrice del mondo…il Salvatore è già passato, lo hanno già crocefisso ed è già risorto come oggi tempo fa…di nuovo Buona Pasqua!!!
    Ale

  6. 6

    Alessandra,
    In Germania, ancora prima della seconda guerra mondiale la gente abitava un chilometro dai campi di concentramento e faceva finta di niente!
    Adesso tanti abitano vicino a questi orrendi ospizi-lager per gli anziani, alcuni perfino ci entrano dentro e anche loro non denunciano!
    A Dubai scatta lo stesso diabolico mecchanismo – meglio far finta di niente – tu ne sei l’esempio!
    Ripeto: la drammatica situazione dei lavoratoi a Dubai e’ ben documentata. Solo che ci vuole la voglia di conoscerla, invece di tirare la testa indietro!

  7. 7

    Per tua info Weronika io sono qui e ci lavoro nelle costruzioni…so chi sono i workers di Dubai…..perché arrivi sempre a facili e stupide conclusioni, come ti permetti, chi ti credi di essere???? Perché dai giudizi solo x sentito dire o per letture faziose??? Perché devi dare degli sfruttatori alla gente di qui???? Tu non sai manco cosa succede da queste parti….quanta gente c’ e’ …di che nazionalità è…cosa fa…e lascia stare i Tedeschi che in questo caso non c’ entrano….è l ‘ ultima volta che ti rispondo xche non sei manco degna di una risposta…i Locali qui permettono a tutti di lavorare, ciascuno x le sue capacità….chi fa il worker e chi fa il manager…qui senza lavoro non puoi starci….regole restrittive e precise…chi ci vuole stare ok altrimenti fuori…la dittatura qui x certi aspetti è molto più democratica della democrazia europea.
    Se ho un lavoro lo devo solo ed esclusivamente a loro xche in Italia posso fare la fame…stessa cosa x i workers indiani…che sono ben felici di lavorare qui…ovviamente stiamo meglio noi di loro ma loro che qualifiche hanno? Il loro paese li ha formati ad un lavoro più nobile? Il loro paese li tutela o li lascia morire di dissenteria su una strada? Qui a Dubai nessuno è trattato così. ..a loro viene garantito un trattamento molto migliore te l’ assicuro!!!! Se poi si vedono nelle foto in posti sporchi e distrutti….sappi a loro sono stati consegnati puliti e funzionanti…il problema è che a casa loro non sanno manco cosa significa vivere nell’ ordine e nella pulizia…non è tutta colpa loro è colpa del posto da dove provengono…purtroppo a nessuno entra in testa il concetto che siamo tutti DIVERSI e che non possiamo essere trattati tutti alla stessa maniera.
    Faccio subito un esempio prima di essere accusata di razzismo: cena a casa mia con l’ ospite indiano…io gli preparo ciò che di meglio la cucina italiana può offrire….davanti a un piatto di tagliatelle agli scampi iniziava a storcere il naso…non era vegetariano…era solo schifato dal nostro cibo, si era portato le sue banane fritte e quelle voleva mangiare….benissimo….tolleranza è anche non imporre il cibo.
    La mia più cara amica è di Bali fa la donna delle pulizie a Dubai e guadagna come un worker…200 euro al mese….a casa sua in due anni ha costruito una bellissima casa con giardino perché li le case costano 4000 euro….quando viene a trovarmi le preparo la sua stanza e il suo bagno ma quando se ne va il letto è tale e quale a come glielo avevo preparato…preferisce dormire x terra…che ci posso fare? Tolleranza è anche lasciarla dormire x terra!!!!
    Piantiamola di accusare ingiustamente le persone….guardiamo invece alla storia passata….che facevano con noi gli Americani quando negli anni 20′ costruivano New York? Chi ci stava appeso a spalar cemento ai piani alti dei grattacieli???? O a piazzare mattoni x strada? Gli Italiani!!!!!

    HAI RAGIONE TU CATERINA…NON DIAMO CORDA ALLA GENTE CHE NON SE LO MERITA.

    Buona Pasquetta Cate! A te e a tutta la tua bellissima famiglia.
    Ale

  8. 8

    e evidente che weronika soffre di una condizione di mania di grandezza forse unita a schizofrenia paranoica quindi non e in grado di distinguere fantasia e realta.dobbiamo aiutarla a farsi curare.

  9. 9

    In realta’ non ha senso scrivere per ennesima volta la verita’ a quelli che hanno scelto di non accettarla.
    Anche se vivono ancora gli ultimi sopravissuti dei campi di concentramento tedesco-austriaci (finiamo con questi anonimi nazisti!) ci sono le persone (tra loro perfino i vescovi leffebriani liberati dal papa Benedetto XVI dalla scomunica) che si ostinano a negare l’esistenza delle comore a gas!
    Come loro negano questo, voi negate i condizioni disumane dei lavoratori a Dubai. Alessandra – il fatto che i condizioni nei paesi dai quali provengono questi lavoratori sono pessime non giustifica in nessun modo il loro sfruttamento a Dubai! Cosa scrivi? Sopratutto che probabilmente in maniera incosciente ne hai dato la prova scrivendo che qualcuno a Dubai guadagna solo 200 Euro. In un o dei paesi piu’ ricchi del mondo! che cos’e’ se non lo sfruttamento?
    Daniela – di che mania di grandezza mi accusi? Io provo solo stare da parte della giustizia e meritocrazia.

  10. 10

    Alessandra, Daniela. . Che dire lei si diverte così. Ho letto diversi post di Caterina e non ho trovato se non commenti sprezzanti da parte sua. Una persona normale si dedicherebbe a letture più in linea con i propri valori… mentre lei si sacrifica a spreca per venire ad illuminare le nostre menti… che ingrate che siamo. Ok.. ora posso esprimere un commento serio : ahahaha!
    Invito tutti a non darle corda… se non assicurandosi che ne faccia buon uso ( magari si impicca !)
    Buona vita

  11. 11

    Grande Anna!!!! Ben Detto Ben Fatto!!!
    Certa gente va assolutamente cassata perché pericolosa: come si fa a criticare gli scritti di Guido Brera e dire che Dubai è uno dei paesi più ricchi del mondo???? Senza essere un economista mi basta essere qui e guardarmi intorno quello che succede…ricco di cosa??? Che produzione hanno??? Che risorse??? Un manager lo pagano 1000 euro…se vai fuori a cena ti indebiti a vita…gli affitti sono più cari che a Monte Carlo e dobbiamo stare in 6 in un appartamento di pochi metri quadri…hanno costruito troppo e troppo in fretta e non hanno più un soldo…hanno iniziato a mettere una tassa per gli espatriati nella bolletta della corrente, 100 dollari così xche siamo immigrati…la ricchezza si misura dalle barche parcheggiate sulla marina?????ahahahahahahahahahaha
    D’ altro canto qui posso dormire tranquilla con la porta aperta e se ho bisogno di cure mediche non mi lasciano morire come in Italia!!!
    Oggi qui fintanto ci conviene, domani da un’ altra parte…ho fatto un corso molto interessante di medicina alternativa ma x aprire una attività in Italia ti spennano, qui in pochi giorni nelle free zone puoi aprire…non senza beghe varie e controlli vari…ma almeno qualcosa puoi iniziare a intraprendere!!!

    Ciao Anna ciao Cate…

  12. 12

    Alessandra,
    E’ veramente curioso che non ti renda conto che da sola dai le testimonianze e prove di quello che sostengo io – cioe’ che Dubay e’ un paese ingiusto! Paradiso per pochi ricchi e l’inferno per gran parte dei lavoratori! Chi va li a fare gli affari , come fa Guido Maria Brera contribuisce a questo!
    Anna,
    Ti rendi conto che per quello che hai scritto ti potrei querellare? Si chiama incitazione per il suicidio! Ma che persona sei?

  13. 13

    Buongiorno a tutte, ciao Caterina invito Weronika alla lettera del libro di Andrea De Carlo Cuore Primitivo e nello specifico pagina 7-9.
    Saluti assai

  14. 14

    Basta ascoltare i messaggi del Papa e capire che, grazie alla finanza e ai suoi leccaculi, una grandissima parte del mondo è stata ridotta a miseria e lavoro da schiavi . . . .E quelli che ancora credono al finanziere casto e pulito, beh dico: “Son tutti una gran massa di bastardi ! ” Ma svegliatevi bambine !

  15. 15
  16. 16

    Ciao Vittoria,
    non capisco nulla di finanza quindi non metto becco, ma che dire allora dei governi e dei governanti ( sempre quelli della simpaticissima conversione lira/ euro ) che dovrebbero proteggere l’ economia dei loro paesi con leggi apposite che regolino i prezzi e i costi?
    Mi ricordo quando ero una ragazzina quindi 20 anni fa un giorno mi recai dal panettiere del mio paesiello e scoprii che il pane da quel giorno costava il doppio….con mia grande sorpresa chiesi al panettiere come mai…lui rispose: beh mi hanno aumentato il costo della benzina e della farina…ah risposi io, la farina no ma la benzina pure io la pago come te!!!! A sto mondo nessuno vuole perderci…è una catena….e più colpiti sono sempre gli ultimi…ognuno x se….il mondo fa veramente schifo!
    Ale

  17. 17

    Alessandra,
    Se il mondo fa schifo lo dobbiano anche a Guido Maria Brera! Tu scrivi di non capire niente della finanza. Io mi sono data da fare e qualche tempo fa ho analizzato il sito del suo gruppo finanziario Kairos. Speculavano sui mercati di cibo! E’ proprio quello che da noi in Europa ha provocato i cari prezzi, mentre in Africa e in Asia ha provocato la fame – la rivoluzione del pane – accesso al potere dell’ISIS.
    Avete visto Le Invasioni Barbarice con Guido Maria Brera??? Ha dribblato in una maniera fantastica per non rispondere alla domanda di Daria Bignardi che l’ha chiesto se ha mai preso la droga – cosi diffusa nel mondo della finanza.

  18. 18

    Si veronika ci fanno vedere e sentire solo le cose che convengono loro!!! Saremo sempre mal informati…tutti sono implicati:sistema commerciale politico e non per ultimo religioso!!!!ancora che dicono buona pasqua quando non sanno neanche il significato della parola pasqua (liberazione dalla schiavitu egiziana)….ma del resto non ci hanno abituato a ragionare ma come dei robots a seguire semplici tradizioni….perche non si deve sapere…del resto gesu lo hanno ammazzato anche per quello!!!!

  19. 19
  20. 20

    Ma insomma tutti….adesso se il mondo fa schifo è colpa di Caterina Balivo e Guido Brera????? Usiamo il cervello: tutte le asserzioni in merito ai grandi temi sono giuste ma son cose che si sanno da tanto tempo e nessuno fa nulla per cambiarle…i poteri forti…la ricchezza e il potere nelle mani di pochi che hanno distrutto il mondo…che potranno fare mai Caterina e Guido x peggiorare o migliorare la situazione? Se poi parliamo di nazionalità quella italiana è la più schifosa di tutte: si vede come qui all’ estero tutti fanno gruppo e si aiutano a tutti i livelli: personale e lavorativo. Gli italiani NO. Le associazioni italiane si smembrano subito…i gruppi pure…se ho bisogno di qualcosa morire che io possa contare su un mio connazionale!!!!
    Se ciascuno iniziasse a fare qualcosa nel suo piccolo e se il paese Italia si compattasse con tutti i suoi cittadini che vanno tutti per i cavoli loro e pensano solo per sé, il mondo sarebbe molto migliore!!!
    E chi pontifica iniziasse a girare il mondo e imparare dagli altri!!!! Finché si sta a casuccia propria e si fa finta di non conoscere il vicino nulla cambierà mai…finché i nostri politicanti Europei continueranno a parlare di austerità e non di accorgono che alle porte dell’ Europa spingono altre nazionalità che nel frattempo sono cresciute e ci stanno facendo le scarpe…continueremo nel nostro schifo!
    Invece che fare i giustizieri si possono fare tante altre cose molto più utili al mondo!
    Ale

  21. 21

    Alessandra!
    Nel tuo ultimo post hai posto la domanda: cosa possono fare Guido Maria Brera e Caterina Balivo? Basterebbe che non lavorino in quel settore diabolico che e’ la finanza. Mentre lui, anche dopo aver scritto il suo libro ci continua a stare dentro! Magari pratticasse la finanza etica! Ma no! Ho gia scritto che ho analizzato il sito del suo gruppo finanziario e so che non e’ cosi! Specula sul mercato del cibi, fa affari d’oro a Dubai!
    Hai scritto anche che sarebbe bene se qualcuno iniziasse a fare qualcosa nel suo piccolo. Io provo a fare propio questo. Se so qualcosa provo a dividere queste informazioni con gli altri. Se so che qualcosa e’ ingiusto lo denuncio. E’ il minimo che dovrebbe fare ognuno di noi. Se tutti si comportassero cosi, tani problemi sarebbero risolti. Ma quella dovrebbe essere la prattica comune. Se la maggiaoranza facesse anche un’pochino – questo basterebbe. Invece uno solo si potesse sacrificare fino alla morte, ma senza aiuto delli ltri non ottenera’ niente!
    Ma per questo bisogna cambiare la mentalita’. E per esempio quando uno scrive una cosa, se quest non ti piace, invece di offenderlo, forse sarebbe giusto chiedere pou’ informazioni, chiedere la fonte delle notizie, controlare la loro veridicita – come si fa nel mondo scientifico!

  22. 22
  23. 23
  24. 24
  25. 25

    Caterina,
    Che cosa di quello che denuncio non e’ vero??? Spiegalo. Sarebbe bello sentire finalmente le spiegazioni, visto che non le dai mai?
    Cominciamo da quel articolo nel quale hai scritto si non mancare mai accanto al tuo figlio di notte, mentre tutti sappiamo che siete andati in Kenya senza figlio.
    Come lo spiegi? Bilocazione?

  26. 26

    Caterina lo sai che pure io la penso come te, però la tua particolare fan al contrario nonostante sia tanto acculturata non ha colto lo spunto di riflessione che le ho offerto tramite la lettura di tre pagine di un libro… o forse l ha letto e si è identificata del tutto 🙂
    Saluti assai

  27. 27
  28. 28

    Paola,
    Ricorda che io abito a Cracovia e non a Roma, /napoli o Milano dove potrei trovare quel libro nello stesso giorno. Nella biblioteca dell’Istituto Italiano quel libro non c’e’. Se melo invi – lo leggo volentieri!

  29. 29

    Caterina,
    Affinche; non spiegerai le bugie come quelle del’articolo la vincitrice morale sono io! Mostra i CONTRARGOMENTI alle mie accuse! Offendendo mi non ottieni niente se non quello di presentare il tuo basso livello della cultura.
    Ripeto: perche’ hai scritto di non mancare mai di notte accanto al figlio, se sei andata senza di lui in Kenya? Perche’ scrivere queste cose? A cosa serve scrivere le cose non vere?

  30. 30

    Brava Weronika, quasi mi viene voglia di regalarti il Mio allora appena finito, del resto mi capita di lasciare dei miei libri, una volta letti, sulle panchine nel pieno spirito del bookcrossing, perché non dovrei lasciarne uno a te che hai Già mostrato almeno la curiosità di leggerlo nel tuo paese,su mio input. Andrea De Carlo e’un autore molto letto anche all’estero ma forse il titolo è ancora troppo recente.
    Saluti assai e prova a on partire sempre acida Prevenuta e sarcastica ci sono anche persone sensibili e gentili a questo mondo e credimi

  31. 31

    Veronika. .tu nn dici cose insensate!!!! Il problema e che nn avrai mai controargomenti..secondo me e troppo complicato risponderti…sei um attenta osservatrice…

  32. 32

    Manu,
    E’ proprio cosi! Io quando scrivo qualcosa, sopratutto quando accusso qualcuno di qualcosa o segno le incongruenze in quello che dice/scrive lo faccio solo quando ho LE PROVE. Per esempio in quel caso del viaggio della Balivo e il suo marito in Kenya senza figlio, mentre /in un intervista posterione alle vacanze diceva che non era mai mancata accanto a lui durante la notte tutto e’ controlabile! Si possono verificare le date. Tutto e’ stampato! E tutto conferma la mia versione – cie’ che Balivo dice le bugie! Balivo puo dire che sono fuori, che dico le bugie, ma gli argomenti, le prove indicano l’opposto: chi mentisce e’ lei!

  33. 33
  34. 34

    Penso che sia giusto lasciare a Weronika la possibilità di continuare a commentare il blog, non tanto per i contenuti in sé – ricordo, per dirne una, i suoi inviti a boicottare gli autori ottocenteschi di lingua russa, immagino per protesta contro le attuali politiche di Putin – ma perché credo che, in fondo in fondo, sia una vera ammiratrice di Caterina: la vorrebbe sempre perfetta, con una dizione impeccabile e un vasto bagaglio culturale in modo da poter svolgere una funzione educativa (forse anche sociale) pur facendo intrattenimento pomeridiano… modello Rai anni ’60… senza contare che si premura di seguirla su tutti i media dalla Polonia… poco manca che la inviti a trascorrere un week end a Cracovia (peraltro davvero un’ottima meta per un viaggio breve)…
    P.S. Complimenti per la 400esima di Detto Fatto! Avanti così Caterina!

  35. 35

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